(articolo già pubblicato il 8 gennaio 2024)
In corso alle Scuderie del Quirinale Favoloso Calvino: una mostra biografica che attraversa il vissuto e le opere di una delle figure più importanti del 1900.
Ed è citando un amico del “Favoloso”, Georges Perec, che opportunamente si può parlare di questa esposizione:
Metto un quadro su un muro. Poi dimentico che c’è un muro. Non so più che cosa c’è dietro il muro, non so più che cos’è un muro. Non so più che nel mio appartamento ci sono dei muri, e che se non ci fossero muri, non ci sarebbe l’appartamento. Il muro non è più ciò che delimita e definisce il luogo in cui vivo, ciò che lo separa dagli altri luoghi in cui gli altri vivono, non è più che un supporto per il quadro. Ma dimentico anche il quadro, non lo guardo più, non lo so più guardare. Ho messo il quadro sul muro per dimenticare che c’era un muro, ma dimenticando il muro dimentico anche il quadro. Ci sono i quadri perché ci sono i muri. Bisogna poter dimenticare che ci sono dei muri e quindi non si è trovato niente di meglio che i quadri. I quadri cancellano i muri. I muri uccido i quadri. Oppure, bisognerebbe cambiare di continuo, o il muro, o il quadro, mettere senza posa altri quadri sui muri, o cambiare sempre il quadro di muri [1].
Perec evidenzia il rapporto delle persone con lo spazio, sia esso intimo o pubblico, che sia il muro, la stanza, la strada, la città o semplicemente un foglio bianco. Ecco, non si può citare Calvino senza parlare di occhi che osservano lo spazio e che lo rendono proprio e lo manipolano e lo creano. Nelle sue opere, non solo letterarie presenti all’interno della mostra, lo spazio intimo, sociale e politico si fa strada e ci accompagna in un mondo creato con estrema minuzia. Ma i suoi spazi non sono solo reali, ma danno libero spazio anche all’immaginazione. Citare Le città Invisibili potrebbe quasi sembrare scontato per descrivere la sua capacità di illustrarci mondi così “finti” da sembrarci reali. Metto un quadro su un muro. Poi dimentico l’esistenza del muro. Non so più cos’è un muro. Un dubbio costante mi assale. Lo spazio descritto è reale? Dove si trova? Uno spazio che posso visitare solo con la mia testa e… le parole di Calvino.
La mostra alle Scuderie del Quirinale oscilla tra la realtà e l’immaginazione, tra le opere (anche prime stampe) e ritratti dello scrittore che si rapportano con opere di artisti (alcuni amici) che hanno avuto non solo un legame diretto con l’artista ma anche una forte influenza dalle sue opere tanto da cambiare il loro modo di vedere la realtà. Le opere in mostra sono la rappresentazione tangibile dell’immaginario di Calvino, danno vita e mettono in mostra l’incredibile genialità dell’autore.
E tu? Hai già visitato questa mostra?
Vi ricordiamo che è visitabile fino al 4 febbraio 2024.
[1] Georges Perec, Specie di spazi, Bollati Boringhieri, Torino 1989 (ed. originale Editions Galilée, Paris 1974), p. 50.