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Oggi ti porto... alla mostra “IL VIDEO RENDE FELICI – Videoarte in Italia”

01-03-2024 02:37 PM

Marzia Azzurra Albanese e Armando Di Caprio

#oggitiporto,

Oggi ti porto... alla mostra “IL VIDEO RENDE FELICI – Videoarte in Italia”

La settimana scorsa siamo stati a Roma per visitare la mostra “IL VIDEO RENDE FELICI – Videoarte in Italia”...

(articolo già pubblicato il 1 luglio 2022)

 

 

La settimana scorsa siamo stati a Roma per visitare la mostra “IL VIDEO RENDE FELICI – Videoarte in Italia”.

A cura di Valentina Valentini, l’esposizione è dislocata tra la Galleria d’arte moderna e Palazzo delle Esposizioni. Oggi vi parliamo di quest’ultimo.
 

Citata come la “Prima rassegna italiana sulla videoarte”, ne delinea sicuramente i maggiori sviluppi da fine anni ‘60 ad oggi, dimostrandone il progresso tecnologico attraverso le sue varie forme opera degli artisti. Una rappresentazione di un’evoluzione dei linguaggi, di tecnologia e formati.
 

Il percorso di visita è un viaggio cronologico nel tempo, in cui il fruitore istaura un rapporto diretto con ogni ambiente. Si è involontariamente, prendendo in prestito le parole di Paolo Rosa, “spett-attori”. Ci si sente immersi e accompagnati in un dialogo costante.

 

La mostra si designa in una serie di spazi completamente separati l’uno dall’altro. Una pecca che però, a parer nostro, nasconde un grande vantaggio: se da un lato non concede nessuna comunicazione delle intenzioni intense di ogni artista, allo stesso tempo permette allo spettatore di esserne immerso negli ambienti sensibili. In ogni sala si viene trasportati da luci e si ascoltano suoni (anche fastidiosi) di macchine o mangianastri che si riavvolgono. Tutto questo dà credibilità e immersione. Ad eccezione della sala dedicata al collettivo Studio Azzurro, un salone aperto che perde la magia immersiva, disperdendo non solo l’aura visiva dell’opera, in cui a causa della troppa luce si rende estremamente visibili i videoproiettori e le strutture che li sostengono – azzerando così la logica del collettivo artistico nel mimetizzare la tecnologia per creare il cortocircuito cognitivo tipico delle loro opere tra oggetti reali e realtà sovrapposte – ma anche il coinvolgimento sonoro che mischiato con altri suoni esterni viene quasi del tutto azzerato.

Una nota di merito, però, allo stesso tempo va a quest’ultima sala e a quella di Marinella Pirelli in cui le narrazioni fuoriescono dalle opere e vengono amplificate dai bozzetti preparatori che ne dimostrano la passione e le logiche che gli artisti hanno voluto imprimere nelle loro istallazioni. Forse, più delle istallazioni, sono proprio quegli schizzi, che spiegano la loro storia, a farci sentire più coinvolti in quest’esperienza.

 

Un esperienza con le sue imperfezioni, ma del tutto sovrascrivibili da un risultato complessivo che, a parer nostro, rende comunque l’esposizione uno spazio critico che vale la pena visitare.
 

E tu? Passerai in visita alle due mostre?

Vi ricordiamo che sono visitabili fino al 4 settembre 2022.