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Cos'è l'arte partecipata?

01-03-2024 02:45 PM

Rosalba Avventura

Cos'è l'arte partecipata?

[…]VIETATO NON PARTECIPAREVIETATO NON TOCCARE[…](GRAV - Groupe de Recherche d'Art Visuel)

(articolo già pubblicato il 14 settembre 2022)

 

 

[…]

VIETATO NON PARTECIPARE

VIETATO NON TOCCARE

[…]

(GRAV - Groupe de Recherche d'Art Visuel)

 

Questi i nuovi “imperativi” dettati dal mondo dell’arte negli anni 60 il cui desiderio è quello di uscire dalla cornice del quadro per entrare attivamente nella vita delle persone.

Arte partecipata, arte relazionale, arte sociale o democratica, vari termini nati per definire la nuova volontà di fondere arte e vita nel tentativo di creare esperienze emotivo-sensoriali pregnanti, che possano arricchire chi vi prende parte. Ci troviamo difronte un’arte che punta alla partecipazione e alla collaborazione dei suoi fruitori, un’arte che è riuscita nel tempo a modificare il tradizionale rapporto tra opera, artista e pubblico – e aggiungerei istituzioni.

L’arte è cambiata, è stata ripensata attraverso una riconsiderazione dei modi in cui […] è prodotta, consumata e discussa. (Claire Bishop)
 

Attraverso un percorso iniziato con le avanguardie artistiche del Novecento siamo giunti a nuove modalità di fare e fruire l’arte: l’artista non è più il singolo individuo geniale che dal suo magico atelier produce oggetti estetici da osservare silenziosamente; le opere non sono più un prodotto finito, commerciabile e fruibile a tempo indeterminato e il pubblico non è più concepito come qualcuno che “semplicemente” osserva.

La scena, fortunatamente, è cambiata: gli artisti sono ora un innesco di situazioni, degli aiutanti che collaborano con il pubblico nella creazione di sensi; le opere sono ripensate come progetti in corso, come eventi ed esperienze interpersonali; il pubblico diviene partecipante, co-autore, non siamo più spettatori ma spett-attori. (August Boal)

Andando ad indagare le ragioni che hanno portato gli artisti a seguire questa direzione, troviamo l’esigenza di esplicitare il ruolo fondamentale del fruitore.
 

[…] l’artista non è l’unico a compiere l’atto creativo, in quanto lo spettatore stabilisce il contatto tra l’opera e il mondo esterno decodificandone e interpretandone le determinazioni profonde e aggiungendo in questo modo il proprio contributo al processo creativo. (Marcel Duchamp)

 

Duchamp, con queste parole, anticipava ciò che avrebbe fatto l’arte partecipata ponendosi l’obiettivo di accogliere e alimentare la natura creativa dell’essere umano.

 

Ribaltando il vecchio senso di fare arte, gli artisti hanno deciso di concentrarsi sul creare delle opere-situazioni capaci di coltivare la necessità umana di esprimersi, di riflettere e mettere in discussione, esperienze in cui il ruolo dell’artista diviene quello di stimolare la creazione personale di chiunque prenda parte al processo creativo. Un obiettivo che ha reso indispensabile ripensare anche il modo in cui adoperare i linguaggi artistici, andando a definire un’ulteriore peculiarità delle opere partecipate, ovvero quella di fondere in sé più modalità espressive – pittura, poesia, teatro, fotografia ecc. – al fine di creare un’opera d’arte totale.

Le declinazioni di questo tipo di arte sono varie, ci sono opere in cui il pubblico è stato chiamato a compiere azioni seguendo delle istruzioni insieme ad artisti e attori, divenendo parte dell’opera – come accadeva negli "Happening" di Allan Kaprow, primo esempio di arte partecipata –, altre in cui il comportamento e la moralità umane sono divenuti esperimento centrale dell’esperienza – come in "Rhythm 0" di Marina Abramović – altre ancora che si sono sviluppate sulla base di relazioni e connessioni fra persone e natura – come in "Portati dal vento" di Giorgia Valmorri. L’arte esce dal museo ed entra direttamente nelle nostre vite così che dalla collaborazione con gli artisti – e le altre persone – possano nascere nuovi modi di intendere il mondo, magari anche capaci di “migliorare” la società in cui viviamo puntando sulla creatività di ognuno.

Gli esempi di arte partecipata sono molti, indefiniti e non classificabili in un unico stile, le possibilità d’azione da parte degli artisti sono pressoché infinite, possiamo dire che nella contemporaneità essa rappresenta soprattutto un modo in cui, attraverso l’arte, possiamo riappropriarci dell’esperienza umana.

Immersi in una vita ipertecnologica, che ci vuole sempre più veloci e sempre prestanti, l’arte partecipata si inserisce aiutandoci a risvegliare i nostri sensi, le nostre emozioni e a dare la giusta importanza ai nostri tempi e alla relazione con gli altri, donandoci la possibilità di crescere e acquisire nuove consapevolezze.


 

Bibliografia consigliata:

Claire BISHOP, Inferni Artificiali, Luca Sossella Editore, Bologna, 2015

Silvia BORDINI, Arte contemporanea e tecniche, Carrocci Editore, Città di Castello, 2020

Nicolas BOURRIAUD, Estetica Relazionale, Postmedia Srl, Milano, 2010

Denys RIOUT, L’arte nel ventesimo secolo, Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 2002